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Cit.: STUDIO MEDICO CARNIA

LO SVEZZAMENTO

Con il termine svezzamento si intende l’introduzione di cibi solidi nell’alimentazione del bambino. È un passaggio molto importante per il bambino e per la mamma: per il bambino comporta il passaggio dalla suzione (istintiva e rilassante) ad un metodo più impegnativo di nutrirsi; per la madre, invece, può essere difficile accettare che il suo piccolo stia crescendo. Questo passaggio per alcuni bambini e genitori e istintivo per altri un pochino piu difficoltoso.

Ma quando è il momento per avviare lo svezzamento? 
Se il bambino si nutre unicamente con il latte materno, alla fine del 5° mese, mentre, se il bambino viene allattato artificialmente, all’inizio del 5° mese. Sono tuttavia indicazioni generali: sarà la pediatra a valutare se il bambino è pronto ad iniziare lo svezzamento. Ma i primi a capire se il bambino è pronto o no sono proprio i genitori; è di fondamentale importanza osservare il bambino nei suoi gesti e comportamenti. Sarà lui stesso a dirci se è pronto. Come dico sempre, ogni bambino è diverso e ha i suoi tempi di crescita. Quando inizierà a dimostrare interesse verso il cibo, deve avere un buon tono muscolare dell’abbome e stare quindi seduto da solo.

Iniziamo parlando dello svezzamento tradizionale
I vari alimenti vanno introdotti poco alla volta. Si inizia proponendo un frutto (mezza mela o mezza pera) a metà mattina o per la merenda di metà pomeriggio; è possibile proporre anche una verdura ben cotta tra quelle che useremo poi nel brodo (patata, carota, zucchina). In questo modo si stabilizza la memoria dei sapori. L’alimento che viene proposto deve essere frullato e va dato per due giorni consecutivi, per valutare se causa reazioni allergiche. 
Il genitore è libero di scegliere se preferisce la frutta fresca oppure gli omogeneizzati. Nel caso dell’omogeneizzato è bene iniziare con qualche cucchiaino – non buttate quello che avanza, in frigo si conserva per 24h!
Con il passare delle settimane si inizia ad introdurre anche il pranzo e poi la cena, caratterizzati da una sempre maggiore varietà di verdure e proteine. 

In cosa consiste invece l’autosvezzamento
Sempre più diffuso in questi ultimi anni, l’autosvezzamento consiste nel proporre liberamente al bambino gli alimenti, senza attenersi a tempistiche, precauzioni allergologiche e porzioni specificate invece nello svezzamento tradizionale.
È un buon metodo che può aiutare tutta la famiglia ad alimentarsi in modo più sano. 
Il piccolo, mantenendo come alimento principale il latte, ha la possibilità di assaggiare il cibo che preferisce, nella quantità che vuole e con i suoi tempi. 
Delle regole vanno tuttavia rispettate: no a fritti, salse, insaccati, grassi animali, cibi confezionati, dolci, formaggi grassi, sale e zucchero. Non bisogna esagerare con le proteine, ogni pasto deve contenerne solo un tipo. È molto importante proporre alimenti con tagli sicuri, che consentono al bambino di portare il cibo alla bocca in autonomia e sicurezza.
Consiglio sempre ai genitori che decidono di iniziare l’autosvezzamento di parlarne prima con il pediatra. Qualora il bambino non rispondesse bene alla libera proposta degli alimenti, nulla vieta di provare lo svezzamento tradizionale. 

Molte mamme mi chiedono “Ma non devo più dare il mio latte?”.
Anche dopo l’introduzione del cibo solido l’allattamento va mantenuto il più a lungo possibile – se il bimbo prende latte formulato non aggiungete biscotti o altro.
Fino ai 12 mesi il bambino dovrebbe assumere 2 pasti di latte al giorno, e dopo l’anno è possibile inserire dell’alimentazione il latte vaccino.

Come aiutare il bambino ad avere un buon rapporto con il cibo?
Queste indicazioni accomunano i due tipi di svezzamento e sono importanti per lo sviluppo di un sereno rapporto gli alimenti e il momento della pappa:

  • Non forzarlo mai a mangiare, soprattutto ad inizio svezzamento;
  • Dare sempre la precedenza alla nanna: se il bambino ha sonno non riuscirà ad approcciarsi serenamente alla pappa;
  • Il momento del pasto va dedicato solo al mangiare, non bisogna tenere il televisore acceso o proporre giochi e libri che possono distrarre il bambino;
  • Se il bambino ha assaggiato il cibo proposto e comunica di non avere più fame, non va forzato. Mangerà di più al pasto successivo;
  • Non dare cibo fuori pasto (colazione, spuntino, pranzo, merenda, cena).

Chi darà da mangiare al bambino avrà un ruolo molto importante nello sviluppo del suo rapporto con il cibo, perché la maniera in cui gli verrà proposto potrà insegnargli a nutrirsi in modo sano ed equilibrato.

Insieme alle mie famiglie valuto spesso anche lo svezzamento misto.
In questo caso le abitudini alimentari della famiglia sono fondamentali, migliori sono più sarà facile per i genitori proporre al bambino alimenti sani e adatti anche alla sua alimentazione. 
Lo svezzamento misto consiste nel mantenere le indicazioni dello svezzamento tradizionale, aggiungento un po di assaggi direttamente dalla tavola dei genitori.

Nei miei percorsi prediligo la sperimentazione da parte del bambino, tutto cio che poi verrà mangiato mi fa piacere venga toccato e percepito come consistenze, temperatura e odore.
Anche con lo svezzamento tradizionale lascio che il bimbo si sporchi con il cibo, magari farà anche qualche assaggio, questo gli permettarà di avere molta piu fiducia e sicurezza.

Felice pappa a tutti,
e come dico sempre bimbi sporchi bimbi felici!

Se vuoi maggiorni informazioni sui tipi di svezzamento o sulla memoria dei sapori scrivimi!

18 Maggio 2022
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